LE ORIGINI
Il G.I.S. sorge come gruppo spontaneo la sera di lunedì 27 maggio 1985 in una saletta della Parrocchia di San Bernardo degli Uberti per iniziativa di cinque persone residenti a San Leonardo che si erano conosciute precedentemente in comuni esperienze ecclesiali e politico-partitiche.
Si voleva dar vita ad una realtà che superasse il distacco, già allora sempre maggiore, tra cittadini e partiti, cittadini ed istituzioni, e che si facesse interprete delle reali esigenze di un territorio e dei suoi abitanti, superando le congenite, politiche e burocratiche difficoltà d’azione degli organi del decentramento (in quel tempo Consigli di Circoscrizione) e l’eccessiva libertà d’azione degli organi centrali comunali che operavano in base a proprie logiche ed interessi, senza rapportarsi e confrontarsi concretamente con i cittadini e con le loro reali necessità.
La prima decisione fu di estendere l’invito a partecipare al “Gruppo” a persone, soprattutto giovani, che potessero condividere i valori che stavano alla base di questa scelta di impegno civico.
Un altro intendimento fu quello di presentarsi ai Parroci del quartiere, al Vescovo, ai cattolici impegnati in politica, e si cercò subito di partecipare alle riunioni del Consiglio di Circoscrizione, alle Commissioni e alle Assemblee pubbliche.
Dopo aver compiuto un’analisi dei maggiori problemi della zona (S.Leonardo e S.Martino) in base alla comune e quotidiana esperienza di vita e grazie anche ad un piccolo sondaggio (primavera 1986) svolto tra parenti, amici, conoscenti, nelle parrocchie ed in altri ambienti della zona, si definirono i prioritari campi d’azione sui quali elaborare proposte d’intervento da sottoporre agli organi competenti affinché potessero operare per giungere ad una loro soluzione.
Ci si concentrò pertanto sulle seguenti questioni:
- 1. assoluta carenza di aree verdi pubbliche;
- 2. insufficienza della rete viaria, principalmente per mancanza degli svincoli tra la tangenziale nord e le strade ordinarie, per le ridotte dimensioni dei sottopassi di Via Venezia e Via Trieste e per l’assenza di un vero svincolo tra Casello A1 e statale Asolana;
- 3. elevato inquinamento atmosferico ed acustico dovuto alle numerose attività industriali ed artigianali, anche pericolose, presenti all’interno del contesto residenziale.
Iniziò quindi, anche insieme ad altri soggetti presenti in quartiere, una “campagna” per il verde, pubblicando articoli sui giornali e inviando agli amministratori comunali richieste suffragate da una petizione popolare che, in poco tempo, riuscì a raccogliere 3407 firme.
In tale petizione si indicavano, per una destinazione a verde pubblico attrezzato, le aree di Via Europa e Via Paradigna, e quelle di Via Brescia e Via Pasubio, da sistemare a giardini, ma le autorità non andarono oltre generici impegni che, in quegli anni, non ebbero alcuna concretizzazione.
Nei primi anni si organizzarono anche due Assemblee pubbliche.
Una sui problemi e le prospettive del nuovo comparto PEEP Paradigna e S.Elisabetta (maggio 1989) che stava sorgendo proprio in quei tempi con caratteristiche per molti versi discutibili, e la seconda per presentare l’Enciclica “ Sollecitudo rei socialis” di Papa Giovanni Paolo II.
Sempre nel 1989, il G.I.S. agì su altri due fronti, prima, con una raccolta di firme contro l’installazione in Via Europa della sede per gli spettacoli viaggianti e le feste di partito (una parte di questa area era già stata designata per la costruzione di una casa protetta per anziani, e nella Fornasazza si era chiesto di realizzare il polo ovest del Parco Nord), poi, contro la Variante al Piano Regolatore Generale che non teneva in nessuna considerazione le esigenze di S.Leonardo e Cortile S.Martino e ignorava le ripetute richieste sul verde inviate dalla popolazione.
Fortunatamente però, le argomentazioni da noi avanzate, dopo un intenso dibattito anche in Consiglio Comunale, trovarono un positivo riscontro pure a livello di Amministrazione, tanto che, con l’adozione della Variante, la gran parte delle nostre proposte vennero formalmente accolte.
PRIMA META’ ANNI ’90: I Grandi Progetti
Con l’inizio del 1990, e dopo cinque anni di intensa attività, emerse l’esigenza di dare forma organica all’insieme di analisi e proposte avanzate nel corso dei primi anni di “impegno”, raccogliendo in un volume la storia degli ultimi decenni del quartiere, la globalità dei suoi problemi e delle idee per la loro soluzione.
Nacque così dopo alcuni mesi di intenso lavoro la prima stesura di quello che sarebbe divenuto ufficialmente nella primavera del 1991, grazie alla stampa da parte del Centro Grafico Comunale, il volume “PROGETTO S.LEONARDO” distribuito in tremila copia tra i cittadini della zona e tra gli amministratori locali, dopo una presentazione ufficiale nel corso di una pubblica assemblea alla presenza di Sindaco ed Assessori.
Delle tante questioni che vi venivano affrontate, quella di maggior rilievo era rappresentata dall’esigenza di risanamento dello storico Canale Naviglio Navigabile e dalla conseguente realizzazione di un parco pubblico nelle adiacenti aree di Via Paradigna e Via Naviglio Alto, come pure dalla necessità di attuare un ulteriore polo verde nella zona ovest del quartiere, e per la precisione nell’area “Fornasazza” tra la vetreria Bormioli Luigi, l’argine del torrente Parma, la tangenziale e Via Europa.
Grazie al contributo di amici architetti ed ingegneri e di esperti di tematiche ambientali venne elaborato anche graficamente una bozza progettuale di PARCO NORD, costituito dai due poli sopra citati, e vennero indicate anche alcune linee guida per la bonifica e la rinaturalizzazione del Canale.
Si devono altresì ricordare le principali proposte di carattere viabilistico che a quel tempo rispondevano a delle assolute priorità:
- realizzazione degli svincoli tra la Tangenziale Nord, Via Europa, Via S.Leonardo, Via Paradigna, Via Venezia;
- allargamento dei sottopassi ferroviari di Via Venezia e Via Trieste;
- prolungamento di Via Europa fino al Casello autostradale con relativo svincolo;
- realizzazione dei marciapiedi lungo l’Asolana e Via Paradigna;
- realizzazione delle piste ciclabili nelle principali strade del quartiere.
(oggi queste opere sembrano ovvie e scontate, ma solo quindici anni fa, non esisteva nulla di tutto ciò e forse per qualcuno non erano neppure fondamentali).
Negli ultimi giorni di dicembre del 1990 poi, in sede di controdeduzione e approvazione definitiva della Variante urbanistica 1989, si dovette sventare un tentativo di edificazione complessiva dei terreni di Via Paradigna (principalmente sul fronte stradale), che dovevano costituire il primo nucleo del futuro parco, e pure di un’attigua area su Via Naviglio Alto mediante I.E.U. (Intervento Edilizio Unitario).
Grazie alla nostra sensibilizzazione di vari Consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione, ed al loro fattivo contributo, si riuscì a conservare a destinazione a verde pubblico le aree menzionate, che sono quelle che attualmente costituiscono le parti principali del Parco del Naviglio, ed a far acquisire al Comune, tramite i complessi principi urbanistici di standard di cessione, il vicino terreno e l’edificio oggi noto come “La Casa nel Parco”(centro comunale di servizi per bambini e ragazzi inaugurato nel 2002).
E’ bene notare che senza questa provvidenziale azione in Consiglio Comunale fino a tarda ora di quelle serate di fine anno, probabilmente al giorno d’oggi non avremmo né il “Parco del Naviglio” (comunemente noto come Parco Nord) e neppure “La Casa nel Parco”.
Non si era quasi ultimata la divulgazione del Progetto S.Leonardo, che agli inizi del 1992 la nostra attenzione fu attirata dall’intendimento dell’allora Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Lavagetto di iniziare il complesso iter per dar vita, dopo più di vent’anni, ad un nuovo Piano Regolatore Generale in materia urbanistica.
Emerse così in noi il desiderio di fornire al Comune ed ai progettisti un contributo di idee tecnicamente fondate per quello che sarebbe dovuto essere lo sviluppo strategico ed urbanistico di S.Leonardo e Cortile S.Martino per i primi anni del terzo millennio.
Con il fondamentale supporto professionale di tre giovani architetti-urbanisti iniziammo una meticolosa mappatura funzionale del territorio da cui risultarono evidenti le caratteristiche socio-economiche e le criticità infrastrutturali ed ambientali di questa parte di città.
A questo stato di fatto, rispondemmo con una decina di proposte, graficamente e tecnicamente configurate dal trio di esperti, che in bozze vennero presentate nel corso del 1993 ai maggiori soggetti politici, istituzionali ed economici della città e che nel novembre dell’anno successivo (1994), grazie al contributo della Cassa di Risparmio e dei Signori Pietro e Francesca Donzelli, raccogliemmo in un volume stampato in mille copie dal titolo: “S.LEONARDO E IL P.R.G. – Analisi e Proposte”.
Tra le più significative è opportuno rammentare:
- l’Ombrello Viabilistico, ossia la Complanare ovest verso la Fiera e quella est verso la Barilla e l’Ikea;
- la riqualificazione delle aree dismesse della prima industrializzazione (zona a nord della Stazione e tra Via Palermo e Via Pasubio);
- la trasformazione, in prospettiva, anche dell’area della vetreria Bormioli Rocco;
- la trasformazione delle ferrovie minori Parma-Brescia e Parma-Suzzara in metropolitane leggere di superficie;
- il risanamento del Torrente Parma e del Canale Naviglio con l’attuazione di veri parchi fluviali.
Pure questo volume fu presentato in una pubblica assemblea e successivamente, le idee in esso contenute furono poste all’attenzione della cittadinanza mediante una raccolta di firme che in pochi giorni raccolse 2500 adesioni.
Come avvenne per le proposte contenute nel Progetto S.Leonardo, anche questa volta, non mancarono gli apprezzamenti e la condivisione in linea di principio di alcune di queste da parte delle varie forze politiche ed economiche cittadine, ma particolari atti amministrativi conseguenti non se ne videro nei primi anni successivi ed anzi, per necessità di verità storica, si deve rimarcare come, in particolare nei confronti della proposta della Complanare, vi fu la netta contrarietà dell’allora Giunta Lavagetto e dell’intera maggioranza di sinistra sia in Comune che in Circoscrizione, in quanto ritenuta pericolosa fonte di speculazione edificatoria a carattere produttivo.
SECONDA META’ ANNI 90 e ANNI 2000:
dalle Grandi Battaglie alle Prime Realizzazioni
Nel corso dell’autunno 1994 si diffuse la notizia che il Comune avrebbe varato nella primavera successiva una Variante Generale al vecchio P.R.G. del 1989 in attesa di predisporre compiutamente il nuovo Piano Regolatore Generale affidato alla stesura dell’architetto Gabrielli di Genova.
In occasione di incontri con gli amministratori comunali e dell’assemblea di presentazione del nostro volume di proposte urbanistiche di cui abbiamo appena parlato, alla domanda se la nuova Variante avesse riguardato significativamente il territorio di S.Leonardo e Cortile S.Martino, ci fu risposto da più parti che non ci sarebbe stata nessuna previsione di rilievo.
Fu pertanto con vera sorpresa che alla pubblicazione della stessa, verificammo la presenza di tre scelte assai importanti e gravose per la nostra zona che suscitarono in noi, dopo un primo momento di stupore, una decisa ed articolata reazione che coinvolse migliaia di persone e che ci portò, su taluni temi anche esterni al quartiere (es. nuovi tracciati delle tangenziali all’interno delle aree abitate), a collaborare pure con gruppi e comitati di altre zone di Parma.
Dette previsioni erano:
- L’eliminazione del polo est del Parco Nord nell’Area Fornasazza, per consentire, prima o poi (non è ancora avvenuta), l’espansione dell’attività della vetreria Bormioli Luigi.
- La possibilità di realizzare un nuovo Centro Commerciale Tematico (futuro Euro Torri) nel terreno tra la Vetreria Bormioli Rocco e la tangenziale nord, di fronte al Centro Torri.
- La realizzazione di un Campo Sosta per Nomadi tra Via Naviglio Alto e Via del Cane di fronte al Depuratore Est di Ugozzolo.
La prima decisione veniva a contraddire la linea seguita dal Comune fin dal 1991 (quando presentammo l’idea del Parco Nord), e che era culminata nella predisposizione di uno studio preliminare per attuare il Parco sia nel polo est di Via Paradigna, che in quello ovest di Via Europa-Area Fornasazza, così da permettere un collegamento con l’argine ed i terreni golenali del torrente Parma, a loro volta da riqualificare e valorizzare.
La seconda previsione rispondeva esclusivamente agli interessi dei costruttori e ad esigenze commerciali di taluni operatori del settore per le possibili sinergie con il Centro Torri e non si inquadrava in una valutazione organica del futuro dei terreni Bormioli una volta che fosse cessata l’attività della vetreria.
Si poneva, inoltre, il problema dei nuovi e consistenti flussi veicolari generati dal nuovo centro commerciale che sarebbero gravati su uno snodo viario nevralgico del quartiere (non vi erano ancora gli svincoli con la tangenziale).
Infine, il progetto di un campo nomadi per la sosta prolungata o permanente dei nomadi era un’assoluta novità che, nonostante l’evidente complessità e problematicità, non era stata in alcun modo discussa ed elaborata con i proprietari dei terreni individuati per l’intervento e con i vari soggetti istituzionali e del volontariato impegnati sul territorio ed in città, in modo da definire un percorso il più possibile condiviso e che contemperasse tutti gli interessi in gioco (garanzie di assoluta sicurezza per i cittadini di Parma, accoglienza reale attraverso un processo di concreta integrazione, precisa disciplina per la gestione del campo con chiari diritti e doveri per gli ospiti).
L’area prescelta, al di là di non poter essere ceduta gratuitamente, per espresse disposizioni statutarie, da parte dell’ente benefico proprietario, risultava quanto mai infelice pensandola a destinazione residenziale, sia per la contiguità al depuratore, sia per il fatto di non essere servita dai mezzi pubblici di trasporto, sia per essere una zona marginale fuori città non facilmente raggiungibile dai principali assi viari (tutte condizioni che contrastavano con i criteri localizzativi fissati in merito dalla Regione Emilia-Romagna).
Pertanto, pur essendo evidenti i molteplici errori compiuti dal Comune nell’impostare e trattare la questione, si determinò uno scontro pretestuosamente ideologico tra coloro che, tra politici, intellettuali, esponenti del mondo ecclesiale e del volontariato, ritenevano di essere bravi, buoni ed accoglienti, ed i supposti cattivi, beceri e razzisti, guidati guarda caso da noi del G.I.S. che non accettavamo, in nome di un equivoco e superficiale “buonismo”, un’operazione lodevole in linea di principio, ma totalmente sbagliata nei tempi e nei modi della sua attuazione.
Tutto ciò ci costò per diversi anni l’ostracismo degli ambienti ecclesiali e dell’informazione cittadina, fino a quando l’allora direttore della Gazzetta di Parma nel 1998, in pubblica assemblea, non riconobbe di essersi sbagliato nei nostri confronti, avendo avuto un atteggiamento negativamente pregiudiziale senza che potessimo illustrare nel merito, a lui personalmente e sul giornale, le nostre ragioni.
La riprova che le accuse e gli insulti rivoltici erano destituiti di ogni fondamento, è facilmente dimostrabile da due circostanze:
- proprio in quel periodo membri del Coniglio Direttivo del G.I.S. assistevano personalmente e materialmente alcune persone rom presenti in città;
- chi allora era Presidente del G.I.S., una volta divenuta Assessore alle Politiche Sociali della Giunta Ubaldi, promosse e realizzò con modalità e soluzioni oggettivamente più idonee (tra l’altro avvallate all’unanimità dal Consiglio Comunale), l’attuale campo sosta per nomadi in zona Cornocchio.
Tornando alle iniziative da noi attuate nel corso del 1995 per contrastare le decisioni del Comune, bisogna senz’altro ricordare i volantinaggi, la raccolta di firme che in pochi giorni raccolse oltre cinquemila adesioni, l’assemblea con oltre cinquecento presenti che riempirono, non solo il salone, ma l’intera Casa della Gioventù della Parrocchia di San Leonardo e la strada antistante.
Tutto ciò produsse un certo clamore, una mobilitazione delle varie forze politiche di maggioranza ed opposizione sui differenti fronti e, concretamente, un rallentamento degli iter attuativi dei singoli interventi ed una loro parziale o completa revisione.
Per l’area Fornasazza la Bormioli Luigi, a seguito della concessione della possibilità di espandersi, fu vincolata a mettere a disposizione del Comune per realizzarvi un giardino pubblico (attuale Parco dei Vetrai), il terreno tra l’allora progettata Casa Protetta e la Scuola Toscanini.
Il Centro Commerciale Tematico, dopo anni di ridefinizioni degli aspetti giuridici ed urbanistici e degli oneri a carico dei costruttori, tra cui l’asilo realizzato a fianco, vedrà la luce solo nella prima metà dell’attuale decennio.
Da ultimo come già accennato, il Campo Nomadi non venne realizzato a Ugozzolo ma in zona Cornocchio attorno all’anno 2000.
Nel frattempo, in quegli anni, iniziarono a concretizzarsi quei progetti da noi avanzati agli inizi della nostra attività.
Si incominciò con Via Rastelli, quindi nel corso del 1997 con la prima parte del Parco Nord nell’area di Via Paradigna, ma la svolta sostanziale si ebbe nel 1998 con l’avvento dell’amministrazione di Elvio Ubaldi che con il varo della cosiddetta “Parma Città Cantiere”, avviò una lunga stagione di interventi infrastrutturali per recuperare il gap cumulato in anni di quasi immobilismo operativo.
Molti di questi riguardarono la nostra zona e portarono alla concretizzazione delle idee e dei progetti da noi avanzati negli anni precedenti e che Ubaldi aveva recepito, praticamente in toto, prima nel suo programma elettorale e poi nei suoi piani per il governo della città.
Si realizzarono quindi in ambito viario, gli svincoli di Via Europa, Via S.Leonardo e Via Paradigna con la tangenziale nord, e quello al Casello dell’autostrada, la strada di fine comparto Paradigna tra detta via e l’Asolana, e si programmarono gli allargamenti dei sottopassi ferroviari di Via Toscana, Via Venezia e Via Trieste.
Si completò il Parco Nord dalla parte di Via Naviglio Alto si iniziò a studiare il risanamento del Canale Naviglio, e si approntò la Casa nel Parco per i servizi a bambini e ragazzi del quartiere ed inoltre, in accordo con l’Ausl si diede vita al Centro Socio-Sanitario tra Via Verona e Via Bologna.
Dopo anni di stop burocratici si arrivò finalmente a costruire e ad attivare la Casa Protetta di Via Milano (ma solo nel 2008 ha visto la luce l’attigua area verde pubblica: il primo stralcio del Parco dei Vetrai), e in ambito più strettamente urbanistico, si iniziò a progettare la riqualificazione della parte storica del quartiere attraverso la costituzione delle STU Stazione e Pasubio, i cui lavori sono attualmente in corso.
Non bisogna neppure dimenticare la vicenda dell’Interconnessione dell’Alta Velocità, una sciagurata scelta delle allora amministrazioni comunali e provinciali che supinamente recepirono delle decisioni governative penalizzanti per Parma (dietro front sulla fermata in linea medio-padana nel nostro territorio per collocarla a Reggio Emilia), che però, al di là degli eccessivamente prolungati lavori di realizzazione, almeno ha contemplato l’allargamento dei sottopassi di Via Venezia e di Via Trieste.
Rimane però il profondo rammarico per la chiusura di Via Benedetta, che viene ad interrompere un’importante direttrice nella zona est del quartiere, e per il mancato compimento di uno svincolo, unico caso in città, tra Via Venezia e la tangenziale nord, anche se la bretella realizzata in alternativa è il frutto di una nostra dettagliata indicazione progettuale.
GLI ULTIMI ANNI
In questi ultimi anni, l’azione prevalente del G.I.S. si è concentrata nel seguire la definizione dei vari progetti di attuazione delle proprie storiche idee, nel seguirne gli iter realizzativi e nel tenerne costantemente informata la cittadinanza con i periodici volantinaggi denominati “IL G.I.S. INFORMA”.
Si è continuato a sollecitare la realizzazione delle due Complanari (verso la Fiera e verso la Barilla) poiché al di là di previsioni e condivisioni formali, sia da parte del Comune che della Provincia, non si arrivava mai alla fase attuativa, cosa che però, finalmente, si è concretizzata nell’ultimo triennio.
Si è contribuito ad apportare correttivi agli aspetti viabilistici del progetto della STU Stazione (accesso da Via Europa al parcheggio sotterraneo della stazione, una corretta conformazione della nuova Via Brennero per evitare eccessivi impatti sulle aree residenziali circostanti e indicazioni per regolare l’incrocio tra Via Trento, Via
Marmolada, Via Pasubio e la nuova Via Brennero ecc.).
Potrebbe sembrare una piccola cosa, ma avere operato per poter giungere alla riqualificazione e all’apertura alla cittadinanza del giardinetto di Via Amendola, ci ha dimostrato che gli interventi quotidianamente utili alla gente non sono soltanto le grandi opere infrastrutturali.
Si sono poi compiute varie osservazioni al nuovo P.S.C. (piano strutturale comunale) del 2005 e alle altre previsioni urbanistiche delineatesi ultimamente tra cui quelle del primo stralcio del P.O.C. (piano operativo comunale) del 2008-2009.
Si è seguito l’iter autorizzativo del futuro termovalorizzatore, avanzando anche in questo caso una serie di osservazioni, come pure la fase iniziale di predisposizione del progetto della metropolitana, che recentemente, invece, è stato abbandonato dall’Amministrazione comunale.
In modo costante per tutto il presente decennio ci siamo occupati del risanamento del Canale Naviglio che sta giungendo, meglio tardi che mai, nelle sue fasi più concrete, e pure degli intricatissimi problemi urbanistici e giuridici che affliggono il Comparto Paradigna che, nonostante versi ancora in una situazione critica, ha visto comunque realizzata l’acquisizione gratuita da parte del Comune dello stradello interno all’insediamento residenziale, il compimento dei marciapiedi sia sull’Asolana che in Via Paradigna ed anche l’attivazione di una linea di trasporto pubblico proprio per servire quei rioni.
Lo scorso anno ci siamo dedicati particolarmente ad avanzare proposte per il piano di riqualificazione e trasformazione dell’area dell’ex vetreria Bormioli Rocco, luogo centrale e strategico per il futuro urbanistico del quartiere.
Infine, negli ultimi mesi, la nostra attenzione è stata rivolta a fornire indicazioni per la definizione progettuale del futuro piano di riqualificazione denominato “Trento-Fratti”.
Come si è potuto vedere sono stati venticinque anni pieni di problemi, di eventi, di analisi e proposte, di entusiasmi e delusioni, di fatiche e soddisfazioni, e pensando com’erano i nostri quartieri nel 1985 molto è stato fatto, forse più di quanto avrebbero mai potuto immaginare nel più ottimistico dei loro sogni i cinque temerari che si trovarono quella sera del 27 maggio di un quarto di secolo fa, ma oggi, guardandosi intorno, sembra che quanto è accaduto e realizzato sia del tutto scontato ed inesorabilmente passato e che tanti nuovi problemi quotidianamente si presentino innanzi a noi, e che ancora tante cose ci siano da fare per risolvere le varie criticità presenti e per continuare a migliorare S.Leonardo e Cortile S.Martino.
Pertanto, a Dio piacendo, che “l’impegno” si rafforzi e la storia continui………………………………..